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Emozioni: 101 e ancor di più.

  • Immagine del redattore: Raffaella D'Alessandro
    Raffaella D'Alessandro
  • 5 mar 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 10 mar 2021



Quante emozioni esistono? Tantissime, ma di alcune non esiste ancora una parola in ogni lingua per esprimerle.

Il volto umano è in grado di creare più di 7.000 espressioni diverse che riflettono un’ampia gamma di emozioni. Questo significa che le emozioni di base, paura, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa e gioia costituiscono solo il nucleo, su cui si costruiscono sentimenti e emozioni più sottili, che sfumano e colorano le nostre esperienze emotive.

Dagli anni ‘70 le donne si sono date il permesso di essere più assertive, stabilire i loro confini, imparando a difendere se stesse ed il loro territorio; hanno cioè imparato ad esprimere l’unica emozione ancora loro ‘preclusa’: la rabbia. Gli uomini tendono ancora, invece, a reprimere paura e tristezza, usando solo 2 emozioni su 4. Per molti di loro si tratta proprio di un deficit emotivo, che conferma la percentuale di maggiori suicidi nei maschi nel mondo (9,8 uomini e 2,4 donne ogni 100.000 abitanti in Italia nel '16)

Benché tutti gli esseri umani sperimentino emozioni (al di là di cultura, sesso, età, estrazione sociale, cultura e religione) non tutti sono in grado di riconoscerle, esprimerle e gestirle.

Questo può esser dovuto a più fattori come per esempio la povertà emotiva respirata in famiglia. Se i genitori di un bambino (soprattutto la madre) non esprimono, né condividono le loro emozioni, difficilmente lui riuscirà a farlo. L’alfabetizzazione emotiva è fondamentale per poter riconoscerle e distinguerle con precisione.

Non essere consapevoli di quale emozione stiamo provando in un dato momento, rappresenta un ostacolo per la relazione intra ed inter-personale. Innanzi tutto ci rende estranei a noi stessi. In secondo luogo ci impedisce di avere relazioni autentiche e funzionali con gli altri e in ultima istanza ci rende incapaci di gestirle nel modo appropriato.

Per dirlo in altri termini, se un aspirante musicista conosce solo una o due note musicali, queste saranno le uniche che riuscirà a riconoscere. Se imparerà a distinguerle, il suo cervello si espanderà, consentendogli non so di ‘captarle’ tutte, ma anche di creare una musica più ricca. La stessa cosa accade a livello di sentimenti ed emozioni.

Così saper distinguere per esempio tra delusione, tristezza o amarezza ci permette di far conoscere all’altro cosa stiamo provando di preciso in un determinato momento, fattore fondamentale per facilitare l’empatia, ovvero la capacità di sentire cosa/come sente l’altro. E’ proprio l’empatia quella caratteristica che ci rende così squisitamente umani.


Clicca qui per scaricare l'elenco di emozioni/sentimenti positivi, negativi e variabili.



Oltre a questo lunghissimo elenco, esistono altri stati emotivi che sperimentiamo quotidianamente, ma che nella nostra lingua non hanno una traduzione letterale.

La psicologa Tiffany Watt Smith, ricercatrice al ‘Centre for the historyof Emotions, Qeen Mary University of London, ha esplorato 154 parole in uso in tutto il mondo, che corrispondono ad emozioni che non ‘sapevamo di provare’ e quindi non potevamo esprimere. Infatti solo l’esistenza di una parola che descrive i nostri stati interni consente di far Esistere ciò che si prova.

Eccone alcuni da lei esplorati:


⦁ Awumbuk: vuole esprimere quel pensiero di quanto sarà bello quando gli ospiti saranno andati via, ma che poi ci mancheranno.

⦁ Amae: in Giappone la usano per descrivere la sensazione piacevole che comporta l’abbandonarsi e l'affidarsi alle cure di qualcun altro (madre, partner..)

⦁ L’appel du vide: è la descrizione, da parte dei francesi, di quell’impulso improvviso mosso dal desiderio di buttarsi dalla parte più alta di un edificio o di voltare rapidamente il volante e uscire di strada quando si è alla guida dell’auto. Questo stato non significa che alla base ci sia un’idea suicida, ma è solo un “richiamo del vuoto”.

⦁ Linx: la usano i francesi per indicare l’impulso che si prova all’idea di distruggere qualcosa di fragile, per es un bicchiere. Questa sensazione i verifica nei momenti in cui di sentiamo intrappolati e nasce dalla volontà di creare caos. Un sentimento comprensibile dal momento che viviamo in una società in cui è tutto troppo organizzato, da risultare opprimente.

⦁ Malu: in Indonesia viene usata per esprimere la sensazione di sentirsi inferiori o inadeguati. Per es quando ci si trova chiusi in ascensore con un vip e non ci si sente a proprio agio. Si prova imbarazzo, senso di inferiorità, blocco psicologico. Sensazioni che scompaio immediatamente quando la persona scompare.

⦁ Pronoia: è quella sensazione che ‘tutto sta andando nella giusta direzione’; siamo pieni di energia positiva. Ci sentiamo protetti e siamo certi che tutto funzionerà.

⦁ Torschlusspanik: parola tedesca che esprime la sensazione che il tempo passa molto rapidamente; include il timore per il trascorrere del tempo. Si sperimenta con il passare degli anni, soprattutto se non si è soddisfatti da ciò che si è realizzato. Si pensi alla paura di ‘perdere l’occasione della vita, oppure il treno’.

⦁ Basorexia: E’ la tentazione irrazionale di voler baciare qualcuno improvvisamente, sia essa una persona conosciuta o sconosciuta.

⦁ Iktsuarpok: E’ l’attesa spasmodica che ci costringe a stare alla finestra/porta in attesa della persona che deve arrivare, anche se sappiamo che non è ancora arrivata l’ora giusta. E’ quell’attesa che include l’ansia, l’impazienza, ma allo stesso tempo l’entusiasmo.

⦁ Mono no aware: con questa espressione i giapponesi esprimono l’emozione che ci dice che stiamo godendo di qualcosa di unico, che presto non esisterà più, così proviamo sia gioia, che tristezza. Lo si sperimenta per es davanti alla bellezza di un fiore che presto seccherà o un opera che sta per essere demolita.

⦁ Exulansis: esprime il senso di frustrazione e che si prova quando si parla di un’ esperienza a qualcuno che non riesce a comprendere, cosa che ci fa arrendere e smettere di parlare.


Speriamo presto di trovare una traduzione in ogni lingua.

Per saperne di più : The book of Human Emotions, Tiffany Watt Smith









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